Quale futuro rincorrono i giovani imprenditori italiani? Sotto la media nazionale, si attesta 38° la provincia di Cuneo per salario medio mensile: circa 1700 euro lordi.

Salario medio nella provincia di Cuneo

Le nuove idee e le soluzioni tecnologiche innovative non possono riguardare solamente il miglioramento dei prodotti e dei servizi offerti, se si vuole conciliare business profit e responsabilità sociale. Questo è chiaro tra i giovani imprenditori italiani, che dimostrano di voler dedicare un’attenzione rilevante alle tematiche sociali che intersecano il lavoro. A partire da loro si intensifica la volontà di creare imprese inclusive e che offrano opportunità a tutti, indipendentemente da caratteristiche personali che in precedenza possano aver costituito motivo di discriminazione. “Il 51% delle donne è costretto a lasciare il lavoro perché non c’è una rete che le sostenga. Come cittadino e come imprenditore non ne vado fiero” – ha recentemente affermato Matteo Rossi Sebaste, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Cuneo, in occasione dell’Assemblea svoltasi al NUoVO il 28 settembre.

 

Dalla collettività di individui che compongono le aziende emergono esigenze particolari, come nel caso delle dipendenti che affrontino la nascita di un figlio e il rientro da una maternità. Di fronte alla volontà di riprendere in mano la propria carriera, spesso si stagliano difficoltà importanti legate alla mancanza di misure adeguate per sostenere il costo dei servizi di babysitting o scuola privata e, per quelle mamme impegnate nell’allattamento, interviene anche la brevità del periodo a orario ridotto concesso per allattare che, esaurendosi al compimento del primo anno di vita del bambino, spesso risulta inferiore a quanto necessario. Inferiore anche rispetto al raccomandato, a essere attenti: l’OMS suggerisce infatti di proseguire l’allattamento in maniera primaria e complementare agli alimenti fino ai 2 anni di vita del bambino. Uniformare quanto ora concesso a questa indicazione potrebbe dare respiro ad alcune dipendenti e facilitare il rientro pieno alla propria attività lavorativa, scongiurandone l’abbandono.

 

Il costo della vita aumenta

Il costo della vita aumenta, ma il salario si contrae e scende sotto la media nazionale.

Tralasciando per un momento il futuro prossimo auspicabile, il presente offre uno scenario poco rassicurante. Sotto la media nazionale, si attesta 38° la provincia di Cuneo per salario medio mensile: circa 1700 euro lordi. Mentre menti giovani si applicano a riscrivere le regole escludenti del mondo del lavoro, purtroppo l’attualità vede sempre più persone in difficoltà, senza alcuna eccezione neppure nei nuclei familiari con più redditi. Un impoverimento che ha fatto perdere alla nostra provincia tre posizioni in classifica rispetto allo scorso anno. Si tratta di un valore mediano, per precisione, e quindi va letto con la consapevolezza che pochi vivono con salari al di sopra di questa cifra e moltissimi, invece, restano sotto la soglia dei €30.042 all’anno.

 

Le aziende non sono semplici unità economiche, ma sono anche organizzazioni sociali che possono orientare il proprio impatto sulla società e sugli individui che ne fanno parte in diversi modi. È questione di ripensare alcune scelte messe in campo finora, perché meglio si allineino alle esigenze dei dipendenti di oggi e domani. “Servono imprenditori che non guardano solo al profitto”, dice Papa Francesco. E, allo stesso tempo, politiche a sostegno dell’impresa. Un obiettivo non semplice, ma inderogabile. Incontriamoci ancora per parlarne, attraverso le nostre pagine social. FB: upsl.diocesi.alba – IG: pastoralesocialelavoro.alba