In particolar modo nella stagione tardo-estiva e autunnale, si concentra nel nostro territorio una presenza importante di lavoratori stranieri, per lo più migranti e braccianti agricoli, impiegati come stagionali nella vendemmia e nella raccolta delle nocciole. A loro sono dedicate parecchie attenzioni legate alla precarietà abitativa che coinvolge la permanenza di molti e alle situazioni di sfruttamento lavorativo, ma il parallelo lavoro di costruzione di nuove e migliori opportunità e di contesti di integrazione e realizzazione personale è assiduo tanto quanto quello di intervento emergenziale. Si costruisce su più fronti.
L’agroalimentare è un settore ad alta concentrazione di lavoratori stranieri, il più grande settore manifatturiero dell’Unione Europea sia in termini di fatturato sia per numero di imprese attive. Questa considerazione è valida per tutto il comparto europeo e, in effetti, per promuovere la cooperazione transettoriale e garantire migliori opportunità occupazionali, è nato un progetto nella cornice di Erasmus+ che ha visto il coinvolgimento di sei Paesi: Lituania, Norvegia, Romania, Nord Macedonia, Grecia e Italia. Il progetto TOMAS – Training Opportunities for Migrants in the Agrifood Sector – ha previsto due anni di attività di analisi e monitoraggio, con l’obiettivo, nelle parole di Roger Davico, di “tracciare un percorso di inclusione sociale per i nuovi cittadini che, per motivi economici, climatici, politici o altro, hanno deciso di emigrare dai loro Paesi per immigrare nei nostri”. Davico fa parte di Anolf Cuneo Odv, partner del progetto Erasmus+ TOMAS, di cui è capo fila la Federazione Agricola Alimentare Ambientale Industriale Italiana (FAI Cisl).
Questa che è stata un’ulteriore occasione di promozione del nostro territorio e delle sue eccellenze è volta al termine con un convegno conclusivo, svoltosi proprio ad Alba martedì 17 ottobre, che ha visto la partecipazione dei vari attori di livello internazionale, tra associazioni di migranti, sindacati e imprese agroindustriali.
L’integrazione dei lavoratori stranieri, sia sul piano sociale sia lavorativo, è ostacolata in una certa misura da rigidità legate all’aspetto linguistico e della comunicazione e, inoltre, è emerso dai lavori nell’ambito del progetto che esiste l’esigenza di una più approfondita formazione in tema di diritti e tutele per i lavoratori. A simili conclusioni sono giunte anche altre indagini legate al mondo del lavoro, in particolare quando a essere esaminato è il fenomeno del caporalato o lo spaccato della sicurezza sui luoghi di lavoro, cui abbiamo dedicato altri approfondimenti sul blog.
Sui diritti e doveri, sulla storia e sulla cultura è incentrato il corso online gratuito, lascito del progetto, che è accessibile a chiunque previa registrazione sulla piattaforma.
La presenza della popolazione di lavoratori stranieri all’interno di indagini e statistiche è fondamentale data la forte dipendenza dell’agribusiness dal lavoro prestato da immigrati. Dare notizia di questo importante appuntamento che si è tenuto proprio ad Alba ci sembra rilevante perché spesso abbiamo parlato delle sfide per la comunità ospitante e delle condizioni di vita e lavoro di chi vi giunge per lavorare in campi e vigneti. Migliaia di lavoratori provenienti da altri Paesi rendono la nostra città multiculturale e ricca di relazioni intercomunitarie.
Il dialogo sulle politiche sociali continua sulle pagine social dell’Ufficio Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Alba. FB: upsl.diocesi.alba – IG: pastoralesocialelavoro.alba