La dimensione sociale ha un peso nuovo. Nel Decalogo di conversione alla sostenibilità e sul posto di lavoro più diritti, etica, dignità.

La dimensione sociale ha un peso nuovo, nel Decalogo di conversione alla sostenibilità e sul lavoro.

Il tema è già discusso: sono in atto trasformazioni nel mondo del lavoro in senso migliorativo della condizione dei lavoratori. Un processo più o meno evidente, a seconda delle realtà, che dobbiamo anche alla spinta verso la sostenibilità. Elemento imprescindibile per un futuro equo e sostenibile è infatti una considerevole dimensione sociale, sulla quale è opportuno investire insieme con l’ambito economico e ambientale, per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Contrasta con il progresso di questo importante ambito un fenomeno dalle molteplici sfaccettature: lo sfruttamento. Che sia lavorativo o ambientale o entrambi, ci sono situazioni diffuse in cui la rilevanza della dimensione sociale è schiacciata dal peso di dinamiche di prevaricazione, arricchimento senza scrupoli, abuso.

Per questo alcune risposte concrete allo sfruttamento compongono le proposte di sostenibilità sociale all’interno del Decalogo di conversione alla sostenibilità, che abbiamo redatto a beneficio di tutta la comunità diocesana come guida alla conversione verso l’ecologia integrale. Sono le seguenti.

 

Decalogo di Conversione alla Sostenbilità

Proposta 4 – Regolari contratti di lavoro.

Non esiste giustificazione alla negazione della dignità di chi presta il proprio tempo e le proprie competenze in un impiego. È mandatorio, allora, ammettere solo forme contrattuali e retribuzioni secondo normativa, per tutti i lavoratori direttamente assunti dalle realtà della Diocesi.

È questa una garanzia per tutti gli attori coinvolti, ma soprattutto sappiamo che è necessario mostrare come un’alternativa all’illegalità e alle zone grigie esista. Abbiamo indagato a più riprese la situazione dello sfruttamento lavorativo nel nostro territorio che, in particolare, affligge la popolazione straniera e i braccianti agricoli stagionali. Offrire un esempio di legalità, un modello che garantisce dignità e tutele, significa anche far conoscere a una parte di persone vulnerabili che è possibile svolgere un lavoro senza abuso. Un’opportunità che talvolta non è mai stata presentata e senza la quale è difficile pensare altrimenti che esista una soluzione allo sfruttamento.

Messaggeri di giustizia sociale: il fenomeno dello sfruttamento lavorativo tra i vigneti di Langhe e Roero.

👉 Messaggeri di giustizia sociale: il fenomeno dello sfruttamento lavorativo tra i vigneti di Langhe e Roero.

 

Proposta 6 – Acquisto di alimenti equosolidali, bio e a km0.

Nelle vesti di consumatori, quanto più possibile, siamo invitati a compiere scelte equosolidali. Per il commercio dei beni e servizi che consumeremo la compresenza di due fattori – giustizia sociale e tutela del territorio – è l’obiettivo cui ambire. Sono fortunatamente molti gli esempi di attività che al profitto antepongono la lotta allo sfruttamento, ambientale e lavorativo. È fondamentale corrispondere il prezzo giusto ai produttori che dimostrano questo impegno comune al nostro.

Il rispetto per le persone e per l’ambiente sopravvive grazie alla consapevolezza del consumatore. Sottovalutare questo potere allontana dall’essere liberi e responsabili come potremmo e dovremmo essere tutti nell’ambito delle scelte che facciamo.

Decalogo di Conversione alla Sostenbilità

 

 

Proposta 7 – Corretto utilizzo dei terreni e dei beni di cui siamo proprietari.

Se grandi responsabilità investono chi consuma, altrettante vogliamo assumerci sotto il profilo della proprietà dei terreni e altri beni di cui disponiamo. In primis abbiamo ritenuto necessario sostenere una mappatura aggiornata di ciò che appartiene agli enti ecclesiastici. Oltre a questo punto di partenza, si estende poi un lavoro di monitoraggio della destinazione che a tutto ciò è data. Questo per assicurare che non sia presente alcuna situazione di sfruttamento. Ma c’è di più. Davanti alla sola redditività economica, prediligiamo invece la generatività sociale e la cura pastorale. Anche nell’affidamento a terzi, i proprietari sono invitati a promuovere un uso responsabile dei beni e terreni, in favore di destinazioni dal valore sociale e a disposizione di chi ne abbia più bisogno.

Decalogo di Conversione alla Sostenbilità

 

Con questo commento alla dimensione sociale all’interno degli orientamenti e indicazioni diocesane di conversione alla sostenibilità, vi affidiamo i modi con i quali abbiamo scelto di promuoverla e contrastare lo sfruttamento. Crediamo si possano abbracciare in tante altre realtà oltre la nostra e ci piacerebbe ricevere da chi legge altri stimoli e soluzioni.

Non esiste alcun futuro senza il rispetto delle persone e del loro lavoro, senza progresso economico e ingannando la responsabilità nei confronti del Creato. Capiamo come assicurarci un mondo giusto, sano e prospero affidando le nostre e vostre riflessioni ai canali social dell’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Alba. FB: upsl.diocesi.alba – IG: pastoralesocialelavoro.alba